Sfida all'uso dei dati di ricerca di Google da parte della polizia

Gli avvocati per le libertà civili stanno sfidando l'uso da parte della polizia dei dati di ricerca di Google per risolvere i casi criminali, poiché la pratica è sempre più sotto esame a livello nazionale. Dopo che una donna della Pennsylvania è stata violentata nel 2016, la polizia ha presentato un mandato di perquisizione a Google per informazioni sugli utenti che avevano digitato il nome o l'indirizzo della vittima nel motore di ricerca nella settimana precedente l'attacco. Google ha risposto con l'indirizzo IP di un utente che aveva cercato l'indirizzo della vittima due volte poco prima dell'incidente. Questo ha portato la polizia a monitorare un agente penitenziario, che è stato poi arrestato e condannato. Venerdì, la Electronic Frontier Foundation, la National Association of Criminal Defense Lawyers e il suo capitolo della Pennsylvania hanno sostenuto in un documento presentato in tribunale che la tecnica investigativa utilizzata nel caso, nota come mandato di perquisizione per parole chiave, è pericolosamente ampia e minaccia di violare i diritti alla privacy delle persone innocenti. Nel dicembre, Google ha terminato la sua pratica di rispondere ai mandati di geofence. Questo rende ancora più importante per i tribunali considerare la costituzionalità dei mandati di perquisizione per parole chiave, che potrebbero diventare più popolari man mano che la polizia cerca nuovi strumenti investigativi.