Nota ebraica di 500 anni rivela 'perduta' serie di terremoti in Italia

Una nota ebraica del 1446, ritrovata nella Biblioteca Vaticana, descrive una serie di terremoti precedentemente sconosciuti che colpirono la città di Camerino in quell'anno. La scoperta è stata fatta da un geologo mentre cercava nei registri storici del Vaticano. Paolo Galli, esperto di terremoti che lavora per il Dipartimento di Protezione Civile italiano, ha detto che il libro di preghiere, scritto in una forma medievale di ebraico, era stato copiato a Camerino nel 1446. La descrizione del terremoto del 1446 era "estremamente breve, ma vivida e piena di pathos". Questa scoperta potrebbe aiutare i sismologi moderni a capire il pericolo sismico di una regione, basato sulla distribuzione e la frequenza dei terremoti storici.

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Nota ebraica di 500 anni rivela 'perduta' serie di terremoti in Italia
Mia
Oh, sì! Sembra che abbiano trovato una nota ebraica del 1446 che parla di una serie di che hanno colpito Camerino in quell'anno. E che finora i sismologi non ne sapevano nulla!
Ugo
Esatto, è davvero affascinante come una nota scritta secoli fa possa aiutare la moderna. Paolo Galli, l' di che ha fatto la , dice che la del del 1446 era 'estremamente breve, ma vivida e piena di pathos'.
Mia
Certo, a volte una breve nota può rivelare molto più di quanto ci si aspetti. E l'avrebbe mai che un libro di preghiere ebraico avrebbe potuto aiutare a meglio i pericoli sismici?
Ugo
Infatti, sembra che Galli stesse cercando registri storici del 1456, quando una regione più a sud era stata colpita da una serie di . Invece, ha trovato questa nota che descriveva un precedente.
Mia
Ah, la serendipità! E che tutti quei poveri abitanti di Camerino non avevano che il loro sarebbe stato utile alla secoli dopo! 🌍
Ugo
Sì, è un strano, ma allo stesso affascinante. Questa potrebbe aiutare i sismologi moderni a il sismico di una regione, basato sulla e la dei storici.
Ugo
Ah, magari! Immagina solo se un giorno un archeologo trovasse i nostri messaggi e li usasse per studiare il nel XXI secolo.

Mia

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