I serbatoi Maya: archetipi per sistemi idrici sostenibili del futuro.

Secondo un nuovo studio, gli antichi serbatoi Maya, che utilizzavano piante acquatiche per filtrare e pulire l'acqua, possono servire come archetipi per sistemi idrici naturali e sostenibili per far fronte alle future esigenze idriche. I Maya costruirono e mantennero serbatoi in uso per oltre 1000 anni, fornendo acqua potabile a migliaia di persone nelle città durante la stagione secca annuale di cinque mesi e in periodi di siccità prolungata. Costruirono canali, dighe, chiuse e argini per dirigere, immagazzinare e trasportare l'acqua, utilizzando sabbia di quarzo per la filtrazione dell'acqua. Un nucleo di sedimenti da uno dei serbatoi di Tikal ha rivelato l'uso di sabbia di zeolite, che può filtrare impurità e microbi patogeni dall'acqua. I serbatoi di Tikal potevano contenere più di 900.000 metri cubi d'acqua, sufficienti per idratare persone e colture durante la stagione secca. Le piante acquatiche, tra cui giunchi, canne e altre, venivano utilizzate per mantenere l'acqua nei serbatoi pulita e potabile. Queste piante filtravano l'acqua, riducendo la torbidità e assorbendo azoto e fosforo. I terreni e le piante ricchi di nutrienti rimossi dai serbatoi venivano poi utilizzati per fertilizzare campi e giardini urbani. La ninfea, Nymphaea ampla, simbolo della regalità Maya, prospera solo in acqua pulita. Per mantenerla in vita, i gestori dell'acqua avrebbero dovuto rivestire i serbatoi con argilla. L'evidenza raccolta da diverse città delle pianure meridionali indica che i serbatoi Maya fornivano acqua potabile alla popolazione per oltre 1000 anni, fallendo solo quando le siccità più severe colpivano la regione tra l'800 e il 900 d.C. L'autrice dello studio suggerisce che le tendenze climatiche attuali richiederanno molti degli stessi approcci impiegati dai Maya, tra cui l'uso di piante acquatiche per migliorare e mantenere naturalmente la qualità dell'acqua.