L'attacco in Israele e la disinformazione su X, precedentemente noto come Twitter.

I post riguardanti l'attacco in Israele hanno generato confusione, disinformazione e conflitto su X di Elon Musk, precedentemente noto come Twitter, evidenziando come l'acquisizione e i cambiamenti di politica di Musk abbiano trasformato il sito di social media in una risorsa inaffidabile in tempi di crisi, secondo i ricercatori. Diverse ore dopo l'attacco di Hamas da Gaza, foto e video non verificati di attacchi missilistici e distruzione di edifici hanno invaso la piattaforma. Molti post riutilizzavano vecchie immagini di conflitti armati, presentandole come nuove, e venivano promossi da account anonimi con il "blue checkmark", segno che avevano acquistato la verifica tramite il servizio di abbonamento "premium" di X. Altri account pubblicavano filmati militari provenienti da videogiochi. Mike Rothschild, ricercatore di teorie del complotto, ha affermato che la notizia dell'attacco su Israele è stata "il primo vero test della versione di Twitter di Elon Musk, e ha fallito in modo spettacolare". X, sotto la proprietà di Musk dal 2022, ha apportato modifiche alle sue politiche di sicurezza dei contenuti, con conseguenze ora evidenti in questo momento di crisi geopolitica. Imran Ahmed, CEO del Center for Countering Digital Hate, ha affermato che la dichiarazione di X mostra che la piattaforma sta spingendo il peso della soluzione sui suoi utenti, ma le piattaforme hanno la responsabilità di creare un ambiente sicuro per i loro utenti, mitigando il rischio che i loro strumenti diventino una minaccia per il pubblico "amplificando la disinformazione e l'odio, e distorcendo la lente attraverso la quale molte persone vedono il mondo", soprattutto in tempi di crisi.